Nei giorni scorsi l’ASCOM di Bologna ha avanzato una proposta di utilizzo di alloggi di edilizia pubblica per favorire una presenza di forze dell’ordine in alcuni quartieri popolari.
Il tema della sicurezza è sicuramente uno degli aspetti che interessano i cittadini di questi quartieri, così come è conclamata e grave in questa città la grave emergenza abitativa, che coinvolge anche gli appartenenti alle forze dell’ordine.
Se questo è vero, è però necessario rifuggire da semplificazioni o proporre soluzioni che rischiano solo di generare contrapposizioni, risultando contraddittorie, se non addirittura controproducenti.
Partiamo dal tema della sicurezza nei quartieri in questione. Prima che sul piano securitario, bisogna agire le leve sociali ed è necessario creare condizioni di mix sociale in modo che non si determinino effetti di ghettizzazione e condizioni di marginalizzazione. Va strutturata diversamente la presenza delle forze preposte a garantire la sicurezza, seppur questo non si sposa facilmente con il costante disinvestimento sul personale.
Ma non è assegnando alle forze dell’ordine gli appartamenti degli alloggi di edilizia popolare che può risolversi il problema
A Bologna vi è una emergenza abitativa importante. Migliaia di famiglie sono in attesa di una casa di edilizia popolare e sociale, senza peraltro che dal governo nazionale arrivino risorse e si assuma questa come una priorità politica per giungere ad una soluzione di questa emergenza.
Se la proposta che ASCOM ha avanzato prevede di sottrarre alloggi a legittimi potenziali assegnatari che da anni aspettano una casa dignitosa, non potendosi permettere alloggi di mercato, è del tutto irricevibile.
Viceversa, se invece si trattasse di investire sugli alloggi di edilizia residenziale sociale o su quelli a canone concordato, anche con un apporto economico da parte delle imprese, a fianco delle necessarie risorse pubbliche, a partire dai progetti che a Bologna sono già in essere e che prevedono una funzione importante che dovrà svolgere la nuova Agenzia sociale per l’affitto, saremmo su un terreno più utile e costruttivo, fermo restando che le soluzioni vanno condivise dalle forze sociali interessate.
CDLM-CGIL Bologna
SILP CGIL
SUNIA
Bologna, 21 febbraio 2025