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Cgil, Flc ed Fp sull’impiego di telecamere nelle scuole e nelle strutture assistenziali

La proposta dell’installazione di telecamere di controllo in tutti i servizi educativi e scolastici e nelle strutture socio sanitarie e assistenziali, contenuta nel disegno di legge “Sblocca cantieri” è sbagliata ed è una non-risposta a problemi che andrebbero, per contro, affrontati in una logica di prevenzione sistemica e non improvvisata.

Si colgono strumentalmente e ad effetto singoli fatti senza individuare risposte concrete ed efficaci utili a prevenire tali eventualità e per colpire, ancora una volta, in maniera generalizzata, i servizi pubblici e di interesse generale.

E’ sempre un facile espediente d’effetto quello di additare e trattare come potenziali criminali gli operatori che pubblici o privati garantiscono, a tutta la cittadinanza, la funzionalità dei servizi di interesse generale.

Bene ha fatto, allora, il Comune di Bologna a prendere le distanze da questo modo di procedere e di legiferare.

Noi crediamo che sia un diritto sacrosanto dei genitori e delle famiglie quello di essere sicuri che i bambini o i propri cari siano seguiti e curati con professionalità e in assoluta serenità e sicurezza.

Altrettanto riteniamo che anche tutti i lavoratori addetti a tali servizi abbiano il diritto di poter lavorare con la stessa serenità e con rispetto. A loro va garantita la possibilità di svolgere il lavoro in luoghi e condizioni sicure, così come il diritto di operare nel pieno rispetto dei rapporti numerici educatori/utenti, di quello di fruire dei permessi previsti in leggi e contratti, di poter godere delle pause necessarie, dei turni di lavoro. Sono questi primi e indispensabili elementi di garanzia per poter svolgere in serenità un’attività delicata e complessa come quella educativa e di cura.

E’ stata la stessa Organizzazione mondiale della sanità ad aver rilevato, più di recente, quanto il cosiddetto “lavoro di cura” sia tra quelli più esposti al rischio di burn-out e a considerarlo come vera e propria patologia correlata all’attività. Ma non è di certo di questo che ci si occupa.

Siamo di fronte all’ennesima incursione legislativa su materie che attengono il rapporto di lavoro senza alcuna considerazione del ruolo dei CCNL e delle rappresentanza dei lavoratori.

Quando, poi, si parla dei luoghi della formazione e dell’educazione come i nidi e le scuole dell’infanzia, si parla di ambiti che forniscono alle bambine e ai bambini contesti nei quali si svolgono relazioni sia con adulti che con coetanei e, quindi, occasioni per sperimentare in più direzioni, ma dentro una cornice diversa dalla famiglia, le proprie potenzialità cognitive, relazionali ed affettive.

Proprio per questo è necessario un patto educativo di corresponsabilità tra genitori e lavoratrici e lavoratori dei servizi e delle scuole dell’infanzia atto a promuovere una comune azione educativa per creare un clima sereno che possa permettere un pieno sviluppo dei processi d’apprendimento e di socializzazione, per far crescere rapporti di rispetto, fiducia, collaborazione e partecipazione, per favorire lo sviluppo del senso di responsabilità e l’impegno personale nel rispetto dei ruoli e delle competenze di tutti e ciascuno.

La politica e in primo luogo il Governo hanno il compito di offrire strumenti e risorse per valorizzare tali professionalità e per restituire la centralità che merita alla comunità educante.

Se il Governo intende rispondere ai problemi complessi che l’intero sistema educativo e di cura pone con la semplificazione e con l’introduzione di strumenti di mero controllo quali le telecamere, ci domandiamo cosa intenderà fare per evitare i sempre e più frequenti fenomeni di aggressione che avvengono nei confronti degli operatori e dei lavoratori dei servizi pubblici che, nello svolgersi del proprio lavoro, pagano l’inadeguatezza di norme e provvedimenti non in grado di dare risposte.

CGIL CDLM Bologna – Anna Salfi

FP CGIL Bologna – Adele Ventura

FLC CGIL Bologna – Susi Bagni

Bologna, 06 Giugno 2019