Nuovo sciopero per i lavoratori addetti alla mensa del carcere di Bologna, la Filcams-Cgil: “GRATIS NON E’ LAVORO!”
Lavoratrici e lavoratori della mensa interna al carcere “Dozza” di Bologna di nuovo in sciopero. Oggi, 29 gennaio 2019, i dipendenti del Consorzio Unilabor e Food Facility si sono fermati per l’intero turno di lavoro per l’ennesima volta, per protestare contro i mancati versamenti di stipendio e tredicesima. Si tratta di 6 lavoratori e lavoratrici, e tutti hanno incrociato le braccia.
Ultimamente è di gran moda indossare le divise!
Da poco il Ministro della Giustizia Bonafede ha indossato la divisa della Polizia Penitenziaria. Bene, ora lo invitiamo ad indossare il grembiule di chi sfama gli agenti di polizia penitenziaria, il grembiule delle cuoche, delle addette mensa e anche ad interessarsi della loro storia, visto che il futuro di questi lavoratori dipende proprio dal Ministero della Giustizia.
Il Ministero della Giustizia continua da anni ad appaltare il servizio di ristorazione per gli agenti nelle carceri, ad aziende che manifestano come tratto comune, almeno in Emilia-Romagna, la mancata erogazione degli stipendi ai lavoratori. Procedere con appalti dove dietro l’offerta economicamente più vantaggiosa si nasconde il massimo ribasso, equivale a scaricare sui lavoratori il rischio d’impresa.
Le lavoratrici della mensa del carcere di Bologna, ad esempio, sono ancora in attesa del pagamento della mensilità di dicembre e di una parte della tredicesima dalle ditte che gestiscono l’appalto: Consorzio Unilabor e Food & Facility srl.
Pensiamo che questo non sia più tollerabile soprattutto in un appalto pubblico. Per questo, oltre che a Bologna, nella giornata di oggi dopo mesi di false promesse tutti i lavoratori delle mense delle case circondariali dell’Emilia-Romagna sono stati in sciopero.
Gentile Ministro della Giustizia, lavorerebbe per mesi senza stipendio? Lo stipendio è un diritto e i mutui, i finanziamenti, i prestiti personali e le bollette delle utenze scadono!
Bologna, 29 gennaio 2019
Filcams-Cgil
Daniela Dessì