Manovra, Cgil, Cisl e Uil: “Pessima e recessiva”
Roma, 23 dicembre – “Una Legge di Bilancio sbagliata, miope, recessiva, che taglia ulteriormente su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi, negando al Paese, e in particolare alle sue aree più deboli, una prospettiva di rilancio economico e sociale . Per rispondere ad una impostazione di politica economica assolutamente sbagliata e che non recepisce le richieste della piattaforma unitaria, Cgil, Cisl e Uil sono pronte alla mobilitazione unitaria che culminerà con una grande manifestazioni nazionale a Gennaio ”.
È questo il duro giudizio che Cgil, Cisl e Uil esprimono in una nota unitaria sul Maxiemendamento approvato questa notte con voto di fiducia al Senato che, aggiungono “per le modalità della sua approvazione, rappresenta una grave lesione alla democrazia parlamentare”.
“Nel testo approvato da Palazzo Madama – scrivono Cgil, Cisl e Uil –
non c’è il minimo sforzo per intercettare le urgenti e profonde
necessità espresse dai territori, dal lavoro, dalle categorie più
deboli.
Di fronte alle enormi difficoltà dei lavoratori, dei pensionati, dei
disoccupati, dei giovani, si risponde con la logica assurda e incoerente
delle spese correnti e dei tagli al capitale produttivo. Le risorse per
gli investimenti – già limitate – sono drasticamente ridotte, bloccando
così gli interventi in infrastrutture materiali e sociali – a partire
da sanità e istruzione – necessaria leva per la creazione di lavoro, la
crescita e la coesione sociale territoriale. Si fa cassa con il taglio
dell’adeguamento all’inflazione per le pensioni sopra i 1522 euro lordi
al mese, il blocco delle assunzioni nella PA fino a novembre e le
risorse –insufficienti- per il rinnovo dei contratti pubblici. Nessuna
risposta sugli ammortizzatori e neppure sul versante fiscale per
lavoratori e pensionati dove invece si sceglie di introdurre la flat tax
e nuovi condoni. Una legge di bilancio che colloca per il 2020 e 2021
sulle spalle degli italiani un debito di oltre 50 miliardi in virtù
delle clausole di salvaguardia, vincolando così anche per il futuro
qualunque spazio per interventi espansivi che facciano ripartire il
paese. Un andamento che non risparmia, ma anzi infierisce di più sulle
aree deboli del Mezzogiorno, come dimostra il drammatico
ridimensionamento del cofinanziamento europeo per la convergenza
territoriale. Quella voluta dal Governo è una Manovra che non qualifica
la spesa, e umilia economia reale e competitività, schiaccia la
centralità della buona occupazione e del lavoro nelle dinamiche di
crescita e di coesione nazionale. Lasciare che la politica economica
italiana sia ridotta a questo significa condannare il Paese al declino e
alla definitiva rottura del suo tessuto sociale e produttivo”.
“Cgil, Cisl e Uil – conclude la nota – non possono che condannare questo andamento ed esprimere il più forte dissenso a tale politica economica. Per questo il sindacato confederale, oggi unito in un fronte compatto di proposta sulla base di una piattaforma programmatica condivisa e sostenuta da decine di migliaia di lavoratori e pensionati annuncia l’apertura di una stagione di mobilitazione e di lotta nelle categorie e sui territori che culminerà con una grande manifestazione nazionale unitaria a Gennaio”.